• 26 Ottobre 2019
  • Carta e inchiostro per esplorare l’anima

    C’è una strada breve e diretta per la nostra anima, una via preferenziale per l’isola di sentimenti repressi o di emozioni latenti: la scrittura. Carta e penna possono avere effetti davvero sorprendenti nella nostra psiche perché quando scriviamo, prendiamo involontariamente le distanze da ciò che sta accadendo nella nostra vita e siamo pronti a srotolare la nostra anima sulla carta per sentirne il palpito.

    Gli avvenimenti che ci riguardano infatti, quando vengono raccontati dalla nostra penna, sono  improvvisamente analizzati con gli occhi di un narratore che è pronto a far conoscere al pubblico i sentimenti nascosti dei suoi personaggi.  È come fare una grossa pulizia dentro noi stessi.

    Fra tutte le forme di arte-terapia, la scrittura rende magicamente consapevoli di ciò che vive dentro di noi e che, nella quotidianità, non viene considerato. Nel raccontare la nostra vita, tutto ha la capacità di diventare improvvisamente perfetto e, quell’insopportabile senso di auto giudizio con cui convive la nostra personalità, viene messo a tacere per un po’.

    Nelle pagine di un diario ad esempio, abbiamo la capacità di mettere in comunione la nostra coscienza con l’amore per noi stessi perché in un rifugio sicuro come quello, lei diventa capace di confidenze sensazionali! Scrivere una storia? Ancora meglio. È il luogo in cui il nostro io può creare il suo doppio per dargli la forma che desidera fino a perdersi nell’ambientazione in cui vorrebbe trovarsi. Avete mai notato che i nei romanzi la vita dei protagonisti principali ha sempre un filo conduttore con quella dell’autore? È un mistero psicologico, una meraviglia dell’arte, un luogo in cui tutti possiamo entrare.

    Se in terapia uno psicologo vi ha mai consigliato di scrivere una lettera a voi stessi, stava facilitando la vostra diagnosi per districare insieme a voi tutte quelle parti imprevedibili, convulse e incomprensibili della mente. D'altronde, quello che siamo capaci di raccontare a noi stessi, non saremo mai in grado di raccontarlo a nessun’altro e, su un foglio che nessun’altro leggerà, può resuscitare il ricordo più imprevedibile!

    Virginia Wolf scriveva “A me piace passare dall’una all’altra stanza illuminata; tale è per me il mio cervello, stanze illuminate; e le passeggiate nei campi sono i corridoi… E oggi sto sdraiata a pensare”; fra le straordinarie capacità cerebrali di cui siamo dotati, scrivere e certamente una delle più avvincenti e, trasformare il pensiero in parole di carta, rende tutto perfettamente reale e pronto per il cambiamento di cui abbiamo bisogno.

     

    Fiorella Pecorale